Dott. Vincenzo Indrizzi
Medico Chirurgo - Specialista in odontostomatologia e protesi dentarie
Granuloma a cellule giganti (epulide) in soggetti maschi
Chirurgia e Implantologia

Il Granuloma periferico a cellule giganti (PGCG) è una lesione iperplastica benigna che origina dal mucoperiosteo o dal legamento parodontale.

È altresì definito epulide gigantocellulare, tuttavia il termine epulide è utilizzato in senso unicamente topografico e manca di connotazione istologica, designando esclusivamente un’escrescenza iuxtagengivale o paradentale.

La sede di estrinsecazione è a livello della gengiva aderente o della mucosa alveolare di creste edentule e si evidenzia clinicamente come una lesione sessile o peduncolata, liscia o lobulata e dalle peculiari caratteristiche cromatiche, che virano dal rosso al blu violaceo. Differisce dal granuloma centrale gigantocellulare per la sede d’origine, derivando quest’ultima dal tessuto midollare dei mascellari.

La diagnosi definitiva è stabilita attraverso l’esame istopatologico.

Il Granuloma periferico a cellule giganti insorge generalmente tra la quinta e la sesta decade di vita e colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile. L’area più colpita risulta essere la mandibola rispetto al mascellare superiore.

Sebbene l’eziologia non sia ancora ben definita, studi clinici attribuiscono un ruolo significativo nell’insorgenza del PGCG a fattori irritanti locali, quali l’accumulo di placca batterica e tartaro, il conseguente instaurarsi di un quadro di flogosi cronica, la presenza di restauri incongrui e di traumi ripetuti dovuti a spazzolamento incongruo o l’utilizzo di stuzzicadenti e presidi analoghi, infine non vanno trascurati, soprattutto nelle donne, fattori ormonali relativi a terapie mediche o allo stato di gravidanza.

Il trattamento d’elezione per il PGCG è l’exeresi chirurgica e la rimozione dei potenziali fattori causali al fine di evitare potenziali recidive.

Solitamente si procede all’escissione della neoformazione, con elettrobisturi, asportando anche una porzione sana di mucosa per circa 1,5 mm. intorno alla lesione.

Infine si effettua la cauterizzare le porzioni più superficiali del ligamento dentale, l’apposizione di eventuali punti di sutura si ritiene utile solo la dove si debbano coprire ampi spazzi di tessuto osseo scoperto, migliorare l’emostasi e favorire la riepitelizzazione.

Primo caso: maschio aa. 39

Il Paz. arriva alla nostra osservazione con una neoformazione di circa mm. 10 x 5 posizionata sul margine gengivale vestibolare del 34 che si estende dal 33 al 35, di colore rossastro. Il Paz. presenta un ottima igiene orale con una lesione da spazzolamento orizzontale sul 34. Riferisce che da più di 4 mesi ha tale lesione che il dentista ha curato con sedute di igiene orale, prescrivendo l’utilizzo frequente di collutori con clorexidina, tutto infruttuosamente. In questo caso, dopo l’escissione, come sopra descritto, si è proveduto ad iserire due punti di sutura marginali per ricoprire parte dell’osso bandibolare. La guarigione a 30gg. è completa, a sei mesi ed un aano non si apprezzano recidive.

 
Secondo caso: maschio aa. 45

Maschio aa. 45 presenta grossa neoformazione di colore rosso con piccole emorragie e zone di cheratosi sul lato vestibolare, posizionata tra 12 e 13 sul lato palatino di circa mm7x5 e sul lato vestibolare mm 4x6. Il Paz. presenta una non perfetta igiene orale, il Paz. riferisce che da circa un mese ha la lesione descritta che autonomamente ha “curato con antibiotico e spazzolamento aggressivo per fare sanguinare“ tale atteggiamento ha ulteriormente peggiorato la neoformazione, si procede dopo un breve periodo di riposo con semplici sciacqui con colluttorio e terapia antibiotica preventiva, alla escissione chirurgica della neoformazione. Subito dopo l’escissione, scopertasi un’ ampia zona di osso palatino, con copioso sanguinamento, si è provveduto ad effettuare una sutura a rete (come da immagine), ad una settimana tolti i punti di sutura, l’osso palatino appariva già in parte riepitelizzato (come da foto), la guarigione completa a circa 50gg. il controllo a 10 mesi non evidenzia recidive.

 
 

A 50 gg (come da foto) si ha una ottimale riepitelizzazione delle mucose. Solitamente dopo la escissione la diastemizzazione degli elementi interessati si riduce, in questo caso anche a distanza di 10 mesi persiste la diastemizzazione degli elementi interessati dalla neo formazione.